Alta via n° 5 - variante anello
- AlessandroRuffato
- 3 apr 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 4 apr 2021
Partenza: Lago d'Antorno, 1850m (parcheggio a circa 1km dal lago dove inizia il sentiero per il rifugio Fonda Savio)
Arrivo: Lago d'Antorno 1850m.
Tempi: 5gg + 1 jolly
Dislivello: 5000mD+ , 60km
Arriviamo al parcheggio nei pressi del lago d'Antorno nel tardo pomeriggio, dopo circa 3h di macchina da Padova. Il programma prevede una prima cena alla malga Rin bianco: un inizio insolito per un'alta via, una scorpacciata di buon cibo che rimpiangeremo i giorni successivi.

Montiamo le tende con il buio, in un piccolo spiazzo d'erba vicino alla macchina. La prima notte trascorre quasi insonne, forse per l'ansia e l'emozione dell'avventura imminente. Chiudiamo gli occhi qualche ora; alle 6, zaini in spalla, siamo pronti per la vera partenza. In circa 20' raggiungiamo "Pian degli Spiriti" a quota 1896m, una distesa erbosa (e paludosa) molto suggestiva.

1h30' di cammino lungo il sentiero CAI 115 e arriviamo al rifugio Fonda Savio, 2337m, immerso tra le rocce dei Cadini di Misurina.

Caffè, brioches, una chiacchierata con i gestori e riprendiamo il cammino in direzione Forcella del Diavolo e Forcella della Neve (sentiero CAI 118) per raggiungere il rifugio Città di Carpi. Il primo canalone che dobbiamo attraversare è ancora ricoperto di neve, la pendenza è accentuata e la traversata non si dimostrerà semplicissima.

Una breve sosta a Ciadin del le Pere e proseguiamo verso il rifugio.

Dopo circa 2h30' dal rifugio Fonda Savio raggiungiamo il rifugio Città di Carpi sulla forcella Maraia, a quota 2110m, sempre nel Gruppo dei Cadini di Misurina. Una violenta perturbazione ci costringe a pranzare dentro il rifugio: tempo di un piatto fumante di goulash e formaggio e il cielo ritorna sereno. Davanti a noi si apre un'eccezionale vista sulle Marmarole, catena montuosa che attraverseremo nei giorni successivi.

Scendiamo verso malga Maraia, situata nel mezzo della Val D’Ansei ai piedi dei Cadini di Misurina, seguendo il sentiero CAI 120 in direzione Palus San Marco.
Lungo la discesa facciamo rifornimento d'acqua in una sorgente naturale.

Poco prima del paese piantiamo le tende in uno spiazzo d'erba molto accogliente, vicino ad una casetta di legno che abbiamo deciso di chiamare "Casera Palus". Utilizziamo i tavoli esterni come punto d'appoggio per la cena. Davanti a noi sempre le Marmarole: un puntino rosso, in cima, cattura la nostra attenzione. E' il bivacco Tiziano, che raggiungeremo per la terza nottata.

Smontiamo l'accampamento all'alba e ci prepariamo per la faticosa giornata: ci aspettano più di 1300m D+ e 700mD-. Scendiamo in breve tempo al paese di Stabiziane, incrociando la SR48, e percorriamo il ciglio della strada asfaltata fino all'agriturismo Corte's Ranch a Palus San Marco. Dopo aver acquistato formaggio e salame per il pranzo, entriamo nella foresta di Somadida. Siamo a quota 1134m. Continuiamo su stradina forestale fino al Ponte Piccolo. Qui risaliamo la valle per un tratto verticale nel bosco, seguendo il sentiero CAI 279, fino ad arrivare ad alcuni cavi metallici.

Superato questo punto attrezzato che aiuta ad oltrepassare lo zoccolo roccioso del Méscol, arriviamo ad un ghiaione assai ripido e faticoso da superare.

Oltrepassato il ghiaione, il sentiero ci porta con frequenti tornanti al pianoro erboso su cui sorge il bivacco Musatti a quota 2111m (2h45' dal Ponte Piccolo).

Pranziamo e recuperiamo un po' di energie, riposando 1h sui letti del bivacco che ci sembrano comodissimi. Riprendiamo il cammino in direzione del bivacco Tiziano. L'ambiente che ci troviamo davanti è veramente selvaggio, incontaminato. Saliamo a zig zag un ripido vallone desolato, incrociando numerosi stambecchi.

Superiamo delle roccette verticali che ci richiedono grande concentrazione e passo fermo a causa dei pesanti zaini e raggiungiamo la cresta ghiaiosa del Tacco del Todesco.

Stanchi ma affascinati dal paesaggio, scendiamo il ripido crinale verso la Val Longa su segnavia CAI 280 fino ad arrivare al bivacco Tiziano dove trascorriamo la notte.

La sveglia al bivacco è magica: un mare di nuvole copre la vallata sottostante, lasciando visibili solo le montagne più alte fra cui spiccano le 3 cime di Lavaredo.

Scendiamo a valle per sentiero 260. Attraversiamo nuovamente la riserva naturale di Somadida, area protetta dello Stato che si estende per 1.676 ettari dalla località Palus San Marco, lungo il torrente Ansiei, e che costituisce il più grande bosco incontaminato del Cadore.

Arrivati alla strada asfaltata SR48, con un breve tratto di autostop, raggiungiamo il paese di Reane per un rifornimento di cibo e acqua.
Una colazione veloce con panino al prosciutto e coca cola e ripartiamo in direzione Val Giralba.
Imbocchiamo il sentiero 103 all'altezza del paese di Giralba; nuvoloni neri e forte vento ci mettono in guardia. Il dislivello che ci attende è di circa mt. 1300 m D+ e le previsione meteo non sono per nulla confortevoli. Una discussione accesa divide il gruppo, ma decidiamo comunque di salire. In circa 4 ore, sotto un violento nubifragio, arriviamo al rifugio Carducci.

Sistemati gli zaini nei letti a castello della camerata, abbiamo il piacere di conoscere Bepi Monti, rifugista ed esperto alpinista. I racconti delle sue avventure ci accompagneranno fino a tarda sera.
La mattina presto ci incamminiamo verso forcella Giralba, 2430m, che offre un ottimo panorama sulle Crode Fiscaline a nord, sulla Cima Undici ed il Popera, sull'anfiteatro dell'Alta Val Fiscalina con il Rif. Zsigmondy-Comici; raggiungiamo quest'ultimo in circa 45' di cammino.

Breve pausa caffè al Comici e continuiamo verso ovest per il rifugio Pian di Cengia (sentiero CAI 101). Camminiamo immersi tra le rocce, seguendo vecchi percorsi scavati dai militari nella seconda guerra mondiale. Il rifugio ci appare davanti, incastonato nella roccia, come un nido d'aquila: un luogo che richiama il vero rifugio di montagna.

Da qui, la visuale si estende su tutta la zona che va dalle Tre cime di Lavaredo, con il rifugio Locatelli, fino al Popera, passando per la Croda dei Toni. L'imminente arrivo di un temporale ci costringe a pranzare veloci tra i massi vicini al rifugio. Riprendiamo il cammino verso forcella Pian di Cengia (2.522 m), per scendere poi verso nord attraverso un ripido canalone ghiaioso.

Al termine del canalone, un lungo tratto pianeggiante con vista sulla Punta dei Tre Scarperi ci porterà fino al rifugio Locatelli alle 3 Cime (2.438 m), destinazione finale della quarta tappa. Arriviamo al rifugio Locatelli intorno alle 15.00: abbiamo tutto il tempo per riposarci ammirando il tramonto sulle pareti nord delle 3 Cime, icona delle Dolomiti.

Sveglia all'alba e ci mettiamo in marcia prima verso forcella Lavaredo, 2434m, poi per il rifugio Auronzo, costeggiando il lato meridionale delle 3 Cime. Arrivati al rifugio Auronzo scendiamo lungo il sentiero che costeggia la mulattiera percorsa dalle auto, per circa 500 metri di dislivello. Arriviamo al parcheggio vicino al lago d'Antorno dopo 5 giorni di cammino immersi nella natura, chiudendo il percorso ad anello.
Avendo a disposizione un ultimo giorno di vacanza, ci concediamo una notte in hotel a Cortina: doccia calda, un pasto in camera e un letto comodo concludono l'Alta via nel migliore dei modi.
Per non farci mancare nulla, il giorno seguente ci spostiamo in macchina al passo Falzarego per affrontare la panoramica ferrata Col dei Bos, che ci regalerà vedute fantastiche in un bellissimo ambiente dolomitico.

di Alessandro Ruffato
con Matteo Demaria, Francesco Nalesso, Marco Carraro, Jacopo Lazzari.
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