Alta via delle Dolomiti n°1
- AlessandroRuffato
- 13 apr 2020
- Tempo di lettura: 12 min

L’Alta Via delle Dolomiti n. 1, conosciuta come la “classica”, si sviluppa lungo un percorso di circa 125 km che collega il Lago di Braies con Belluno. Attraversa il cuore delle Dolomiti; dalla Pusteria (in Provincia di Bolzano), passando fra le Dolomiti di Braies, di Cortina d'Ampezzo, della Val di Zoldo, dell'Agordino, si giunge fino alla val Belluna. Questo itinerario escursionistico offre meravigliosi paesaggi e forti emozioni. Ben segnalata, l’Alta Via si svolge su percorsi non particolarmente impegnativi, sempre attrezzati nei tratti più difficoltosi. Alcune varianti permettono agli escursionisti senza kit da ferrata di evitare i tratti più esposti. Il percorso viene stimato in 12 giorni per un escursionista alle prime armi. La mia Alta via è durata 8 giorni, senza tratti attrezzati.
Lunghezza del percorso: 125 km circa
Rifugi lungo il percorso principale: 15
Dislivello totale in salita: 7.300 m
Dislivello totale in discesa: 8.400 m
Dislivello massimo in salita: 1070 m, Fanes - Lagazuoi - III tappa
Dislivello massimo in discesa: 1900 m, Màrmol - Belluno - ultima tappa
Quota massima: Rifugio Lagazuoi, 2752 m
Quota minima: Belluno, 389 m (località Case Bortòt, 568 m)
I TAPPA– 3h30' (+900D+; -60D-) 6km
Lago di Braies (1494 m) - Rif. Biella (2327 m)

Dal maestoso hotel sulla sponda del Lago di Braies si prende verso sud la stradina che costeggia la sponda occidentale del lago. In corrispondenza di una piccola insenatura si continua a costeggiare la riva, seguendo il sentiero n. 1. Poco dopo questo lascia il lago per proseguire a sud, cominciando a salire per la valle che costeggia le pendici della Croda del Becco. Risalita la valletta, circondati da pini mughi, si incontra il primo salto di roccia che si supera con una serie di piccoli tornanti. Si giunge così nella parte superiore della valle. Incontrato sulla sinistra il sentiero n. 4 si tiene sulla destra il sentiero n. 1 che risale una rampa boscosa fino a un pianoro aperto. Ancora un altro tratto roccioso e ci si unisce al sentiero n. 3. Continuando tra grossi massi si giunge alla Forcella Sora Forno (2388 m). Scendendo brevemente si arriva al Rifugio Biella
notte al rifugio Biella

"Il primo compagno di viaggio che ho conosciuto lungo il sentiero è "Yi", un texano. Ero fermo a metà ghiaione, a guardare il lago dall'alto. Pochi metri da me anche lui si stava riposando. Mi avvicino, timido. "Hi, i'm Alessandro"... Qualche parola e diventiamo amici. Ha iniziato come me l'alta via n°1. Camminiamo insieme fino al rifugio; diventa subito un compagno di viaggio di cui mi posso fidare".
II TAPPA 4h30' (+565D+; -830D-) 14km
Rifugio Biella (2327m) – Rifugio Fanes (2060m)
Lasciato il Rif. Biella si percorre per circa 1 km la strada sterrata (segnavia 6-23) verso ovest fino a scendere a quota 2260 m. Da qui le alternative sono due: A) si segue il segnavia 6A verso sudovest fino a raggiungere un'ampia dorsale. Attraversando una serie di avvallamenti erbosi si raggiunge presto la conca sulla quale sorge il Rifugio Sennes con l'omonimo lago;

B) si piega verso sudest mantenendo il sentiero n. 6 per circa 3 km. Lasciandoci alle spalle il laghetto di Sennes si scende a sud per la strada sterrata n. 7. Al bivio si abbandona la prosecuzione del sentiero n. 7 per il Rif. Fodara Vedla e ci si mantiene a destra, sulla strada sterrata che da ora è contrassegnata dalla numerazione 7A. Continuando sempre sul 7A, dopo alcuni tornanti, si ritrova il sentiero n. 7, stavolta proveniente dal Fodara Vedla. Seguendo nuovamente il segnavia 7 ci si dirige a Ovest verso il Rifugio Pederù, che si raggiunge in pochi minuti.

Dal Rif. Pederù si tiene verso sud il sentiero n. 7, che si mantiene qualche metro sopra la strada sterrata. Il paesaggio è a tratti lunare e desolato

Il sentiero risale per un centinaio di metri verso ovest arrivando a quota 2000 per poi virare a sud. Si incontra quindi il bivio per il Rifugio Lavarella da dove, mantenendo la sinistra, si giunge brevemente al Rifugio Fanes.
notte al rifugio Fanes

"Il tempo in montagna è completamente diverso dalla routine della città. L'orologio non serve, il ritmo della giornata lo scandisce la stanchezza. La camminata di oggi è stata molto bella. Abbiamo alternato paesaggi "lunari"a prati verdi ricchi di vegetazione" Lungo il percorso conosciamo Kristina, una ragazza russa, trasferita in Nuova Zelanda da giovane e che vive ora a Londra. (Spero di aver capito bene). Yi e Kristina conversano molto bene, in inglese; io ascolto e mi inserisco ogni tanto, ma è bello così".
III TAPPA 6h (+1070D+;-375D-) 11km
Rif. Fanes (2060 m) - Rif. Lagazuoi (2752 m).
Dal rifugio Fanes si prende verso sud la strada sterrata n. 11 che dopo pochi tornanti porta al pianoro che ospita il Lago di Limo.

Attraversando pascoli e bassa vegetazione, la strada bianca conduce presto alla Malga Fanes Grande. Si continua per il sentiero n. 11 e poco prima che finisca la strada sterrata si imbocca sulla sinistra il sentiero n. 20B. Questo sale deciso fino alla Forcella del Lago (2486 m)

per poi ridiscendere su un ghiaione fino al Lago del Lagazuoi, in ambiente davvero incantevole.

Si costeggia il lago su comoda traccia e si prosegue sul sentiero n. 20 che attraversa un vasto altipiano roccioso. Il sentiero sale fino a raggiungere la Forcella Lagazuoi (2573 m) e da qui inizia l’ultima rampa che porta al Rifugio Lagazuoi
notte al rifugio Lagazuoi

"Questa la tappa più dura di tutta l'alta via ma, a mio parere, la più affascinante a livello paesaggistico. Le gambe hanno retto, per fortuna, e la schiena anche con i suoi 12kg di zaino da sorreggere. Roccia e sassi mi hanno accompagnato per più di metà percorso. Il panorama dal rifugio Lagazuoi è indescrivibile, soprattutto al tramonto quando le cime attorno prendono fuoco e si illuminano di rosa. La miglior enrosadira della mia vita. Davanti a me le Tofane, il Civetta, il Pelmo, le Pale di S. Martino, la Marmolada, il Piz Boè.. il paradiso!"
IV TAPPA 7h (+635;-1210), 17km Rifugio Lagazuoi (2752m) - Malga Giau (2000m)
Dal rifugio Lagazuoi si scende nuovamente alla Forcella Lagazuoi e si imbocca verso est il sentiero n. 401. Raggiunta la Forcella Travenanzes (2507 m) si segue il sentiero n. 401-402 in direzione nordest.

In breve, al bivio si tiene il n. 402 per poi giungere alla Forcella Col dei Bos (2331 m). Si prende verso sud il sentiero n. 402-404 per deviare poco dopo verso est (n. 404) alle pendici del Castelletto. Costeggiando la parete meridionale della Tofana di Rozes si prosegue fino all’incontro con il sentiero n. 403 che deviando a sud scende fino a raggiungere il Rifugio Dibona. Dal Rifugio Dibona si torna indietro per la stradina n. 403 e si prende il sentiero n. 412 che riporta a sudovest immettendosi, solo per un breve tratto, in una strada militare. Lasciata questa si prosegue sempre sullo stesso sentiero n. 412 fino a raggiungere la strada statale. Si costeggia la carreggiata in discesa, per 300 metri circa, e in corrispondenza di un’ampia curva si imbocca il sentiero n. 440 verso sud. La traccia sale ripida per boschi e si apre verso lo spettacolare scenario tra l’Averau e le 5 Torri.

Qui incontriamo la stradina n. 439 che ci porta in breve al Rifugio Scoiattoli(2255m). Dal Rif. Scoiattoli si ripercorre la stradina n. 439 che ci riporta sul sentiero n. 440. La traccia ci porta in leggera salita sino alla Forcella Nuvolau (2413 m) dove sorge il Rifugio Averau. Seguendo per buon sentiero il dosso inclinato della montagna, si sale in breve fino alla panoramica spianata sommitale dove sorge il Rifugio Nuvolàu, 2575 metri. Dal rifugio, davanti a noi possiamo ammirare la Ra Gusela. Attravreso una ferrata possiamo scendere direttamente a passo Giau.

Noi scendiamo nuovamente alla forcella Nuvolau, breve sosta al rifugio Averau, riprendiamo il nostro cammino in direzione Rif. Cinque Torri, che non raggiungiamo. Viriamo infatti, dopo essere passati abbastanza vicino alla Torre Grande, per il sentiero 443 che ci porta, dopo una bellissima camminata in mezzo ai prati, a “Crepe dei Ronde”. Qui state attenti a prendere il bivio giusto (c’è scritto Passo Giau). La discesa infatti è parecchio ripida e può ingannare.
Per fortuna mentre si scende sul canalone saremo assistiti da dei tronchi di legno disposti a zig zag. Qui è tutto così, uno sali e scendi dal quale ogni tanto bisognerà riprendere fiato. A mio avviso è il pezzo più bello: primo perché meno trafficato e secondo perché è immerso nel verde (la discesa a malga Giau non è ben segnalata ed è facile perdere il sentiero. si dovrà svoltare a sx scendendo all'altezza circa del bivio 438 che porta alla fine della ferrata. Questa infatti è una variante dell'alta via. Con le soste calcolate circa 1h30' di cammino per arrivare a Malga Giau dal Rif. Scoiattoli.
notte a malga Giau
V TAPPA (+260;-915) 11km
Malga Giau (2000m) - Rifugio città di Fiume (1918m)
Dal passo Giau si attraversa la strada statale che porta al passo Giau e si imbocca un sentiero che ci conduce direttamente a forcella Giau (2360m).

Se il giorno precedente si è pernottato direttamente a passo Giau, si prende dal passo subito il sentiero 436 che conduce a Forcella di Zonia. Da qui si prosegue sempre verso sud est verso Forcella de Col Piombin (2239 m), situata tra l’omonimo monte e il massiccio del monte Cernera. Ci si inoltra, quindi, nella Val Cernera che, con una comoda salita, ci porta all’ampia Forcella Giau (2360 m).
Dalla forcella Giau si costeggiano, verso est, i monumentali Lastoi de Formin, passando non lontano dal limpido e suggestivo Lago delle Baste e dal luogo di rinvenimento della sepoltura mesolitica dell’Uomo di Mondeval.
Oltrepassato lo Spiz de Mondeval avremo, alla nostra sinistra, il ripido ghiaione che scende da Forcella de Formin, sovrastato da Cima Ambrizzola e dalla Croda da Lago. Proseguendo sempre a est, il sentiero n. 436 ci porta con una breve salita a Forcella Ambrizzola (2277 m), che offre un colpo d’occhio verso nord della valletta che ospita il Rifugio Croda da Lago, situato sulla riva del Lago de Federa. Da Forcella Ambrizzola si continua a sud sempre sul sentiero n. 436 che in breve ci porta a Forcella Col Duro (2293 m) aggirando il Beco de Mezodì. Ora si scende, tra massi e pascoli, fino a Casera Prendera. Qui si abbandona il sentiero n. 436 che scende a S. Vito di Cadore passando sotto alle Rocchette, e si segue la traccia n. 458 verso sud, che ci porta a Forcella Roan (1999 m). Il segnavia si modifica nuovamente e il sentiero da seguire è il n. 467, che, praticamente in quota, costeggia a ovest il Col de la Puina. In breve, il paesaggio si apre sulla parete nord del Pelmo e si scorge poco più in basso rispetto al sentiero, il Rifugio Città di Fiume, che si raggiunge in pochi minuti. Notte al rifugio Città di Fiume

VI TAPPA
Rifugio città di Fiume (1918m) - Rifugio capanna Trieste (1135m)
Dal rifugio città di Fiume il classico giro dell'alta via circumnaviga il Pelmo attraverso il sentiero "Flabiani"; io ho scelto di raggiungere i miei compagni di avventura che hanno dormito al rifugio Staulanza e proseguire verso il rifugio Coldai.
Dal rifugio città di Fiume prendere il sentiero n. 472 che condurrà tranquillamente, dopo aver lambito a ovest le ghiaie del grande catino della Val d’Àrcia, in circa 1h15' al Passo Staulanza, 1766 m, sulla Statale 251.
Dal passo si segue la Statale 251 a sud ovest per circa 750 metri fino ad un bivio sulla destra (ovest) da dove si stacca una stradina che porta la segnaletica n. 568. La si segue fino al bivio di quota 1700 m circa. Il ramo di destra (ovest) prosegue per la Casèra Fontanafredda. Si prende quello di sinistra (sud ovest), che va alla Casèra Monte Bói Vescovà o Bèla Mont, 1722 m (ristoro), a 1 ora dalla Staulanza. Abbandonata la strada, si segue a sud ovest il sentiero n. 561 (Anello Zoldano), quindi a sud est fino a rientrare in una stradina a quota 1885 m, dalla quale, circa 400 metri più avanti, si stacca sulla destra (ovest) un sentiero che porta alla Forcella di Alleghe, 1816 m, e alla vicina Casèra di Pióda; 1 ora circa dalla Casèra Vescovà. Da Pióda si prende la comoda mulattiera segnata col n. 556 e in meno di 1h si raggiunge il Rifugio Coldài, 2132 metri con il famoso lago Coldai poco sopra.

Dal Rifugio Sonino al Coldài inizia uno dei tratti più maestosi dell’Alta Via delle Dolomiti n. 1, poco faticoso e senza alcuna difficoltà. Consente la visione della grande muraglia settentrionale della Civetta, la “Parete delle Pareti”. Dal Rifugio si sale in breve alla Forcella Coldài, 2191 m, e si scende l’opposto versante per la conca ghiaiosa fino sulla riva del grazioso Lago Coldài, 2143 m, nel quale si specchiano le ardite pareti sovrastanti. Costeggiando il lago sulla riva occidentale si sale alla Forcella di Col Negro, 2203 m, dalla quale si gode di una grande visione, dalla Torre d’Alleghe alla vetta della Civetta. Ora il sentiero scende un po’ nella Val Civetta vera e propria, trascurando le tracce che vanno in direzione delle pareti da qui ben visibili e quanto mai superbe e vertiginose. Poi, dalla depressione di quota 2030 m, risale fino all’ampia Forcella del Col Reàn, 2107 metri.

Poco prima della forcella si stacca a destra (nord ovest) il sentiero n. 563 che porta, con breve salita, al Rifugio “Attilio Tissi”, 2250 m, quasi in vetta al Col Reàn da dove si gode di una incomparabile veduta sul Lago di Alleghe a nord ovest e sulla immensa Civetta a est.
Dal Rifugio Tissi conviene ritornare alla Forcella del Col Reàn a riprendere il sentiero n. 560 che scende prima verso sud ovest, poi a sud verso il pittoresco Pian de la Lòra, passando per ciò che resta del Casón di Col Reàn, 1895 m.

Salendo dolcemente si perviene alla Sella di Pelsa, 1914 m, con incantevole vista sui Cantoni di Pelsa, aghi giganteschi di dolomia contorta. Continua la splendida passeggiata attraverso il Pian di Pelsa sotto la parete ovest della Torre Venezia, quindi si scende nei pressi della vicina piana verde di pascolo delle Case Favretti da dove si entra in una stradicciola che passa sotto la possente parete sud della Torre Venezia.
Infine si attraversa un bosco fitto e all’improvviso si giunge all’oasi di pace dove sorge il Rifugio “Mario Vazzolèr”, 1714 metri.

Questo rifugio dovrebbe essere stato il luogo del nostro pernottamento; non avendo prenotato abbiamo dovuto allungare il percorso fino a Rifugio capanna Trieste, aumentando di 600m il dislivello in discesa.
notte al rifugio capanna Trieste
VII TAPPA (850+; 430-) 9km
Rifugio capanna Trieste - rifugio Sommariva al Pramperet (1857m)
Dal rifugio Capanna Trieste si risale la stessa strada percorso in discesa il giorno prima fino a quota 1430 m, dove si stacca il sentiero n. 554 che si deve seguire.
Passata una colata di ghiaie, il sentiero n. 554 si alza lentamente a mezza costa fra i mughi sotto gli alti precipizi del Castello delle Nevère, quindi attraversa un valloncello, giunge a un piccolo ripiano e prosegue sotto le incombenti colate di ghiaie (Giarói o Ghiaioni del Palanzìn) fino a toccare la erbosa Forcella di Col Palanzìn, 1700 m circa. Il sentiero prosegue fra i baranci, poi taglia le ghiaie su affioramenti rossicci e raggiunge la Forcella Col de l’Orso, 1700 m circa. Percorsa una banca erbosa e baranciosa si prosegue ora a ridosso delle rocce giungendo alla Forcella del Camp, 1933 m, da dove il sentiero, oltre lo sperone, si dirige a nord.

Ora si traversa sotto il Tridente e le belle Torri del Camp, ormai in vista del settore meridionale della Moiazza. Scesi a est nel Van dei Cantói, si traversa una zona di bosco, si passa per Le Stamère e poi, sotto la Pala delle Masenàde, senza eccessivi dislivelli, si risale per sfasciumi e baranci al Col dei Pass dove sorge il Rifugio “Bruto Carestiato”, 1834 metri.

Dal rifugio si segue il sentiero n°549 fino al Passo Duran. Quì si percorre la Statale 347 verso sud, cioè verso l’Agordino, per poco più di un chilometro e mezzo fino all’ampia ansa stradale in località Ponte sul Ru de Càleda, 1500 m circa, 20 minuti dal passo. Si imbocca il sentiero n. 543 che, con andamento sud est, oltrepassa l’innesto del sentiero n. 542 della Valle Ru e va a toccare la Malga (o Casèra) del Moschesìn, 1800m prima e la forcella Moschesin dopo (1940m). Scesi dalla forcella, dopo alcuni zig-zag, si prende a destra (est) il Sentiero de le Balanzòle che corre sotto l’omonima cima, al limite delle ghiaie,

con lievi saliscendi, fino a giungere all’ampio ripiano prativo del Pra de la Vedova e al romantico Rifugio Sommariva al Pramperét, 1857 m.
notte al rifugio Sommariva al Pramperet
VIII TAPPA (5h, 600D+, 850D-)
Rifugio Sommariva al Pramperet - statale agordina, passando per i rifugi Pian de Fontana e Bianchet.
Dal rifugio Pramperét si prosegue lungo il sentiero CAI n. 514 che con un lungo traverso verso sud sale fino a Portèla del Piazedèl (2097m). Da qui si entra in ampio circo detritico, molto suggestivo nel suo aspetto lunare, e lo si attraversa salendo in direzione delle Cime de Zità e aggirando la cima di Mezzo (2451m) fino a raggiungere la Forcella de Zità sud.

Poco dopo si comincia ad abbassarsi nell’erboso Van de Zità de Fora e, dopo averlo percorso in tutta la sua lunghezza, si scende più ripidamente per l’ultimo tratto di sentiero che arriva al Rifugio Pian de Fontana (1632m).

Dal Rifugio Pian de Fontana si prosegue fino al bivio dove si incontrano i sentieri n. 514 e n. 518, . Si prende dunque il sentiero n. 518 che si stacca a destra (sud ovest), intorno alla quota 1600 m, e scende ripido in Val Vescovà fino a raggiunge il Pian dei Gatt dove sorge il Rifugio “Furio Bianchet”, 1245 metri.
Dal rifugio si prende la stradina bianca forestale, con segnaletica n. 503, che si dirige a ovest prima dolcemente, poi con vari tornanti, lungo la boscosa Val Vescovà fino a giungere sulla Statale 203 dell’Agordino, all’altezza della località Pinèi, 486 metri.
Con questa variante si conclude, in soli 8 giorni, l’avventura sull’Alta Via delle Dolomiti n. 1
Cartografia consigliata
Carte Tabacco 1:25.000
- n. 031 "Dolomiti di Bràies" - dal Lago di Bràies al Rifugio Fànes - n. 03 "Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane" - dal Rifugio Biella alla Forcella Ambrizzòla - n. 015 “Marmolada-Pelmo-Civetta-Moiazza” - dal Passo Falzàrego al Rifugio Carestiato - n. 025 “Dolomiti di Zoldo Cadorine e Agordine” - dalla Forcella Ambrizzòla al Bivacco del Màrmol - n. 024 “Prealpi e Dolomiti Bellunesi” - dal Bivacco del Màrmol a Belluno
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